giovedì 20 febbraio 2014

Alimentazione e Ayurveda

Il cibo, 
più che materia, è nutrimento.








La maggior parte delle problematiche legate alla salute derivano dalla qualità e quantità del cibo consumato. 
Il cibo è quindi il primo strumento importante, dal punto di vista materiale, per la salute del nostro corpo.
Sapere quali alimenti consumare e come associarli tra di loro e scegliere gli alimenti a seconda delle caratteristiche costituzionali è fondamentale per mantenere un ottimo stato di salute. Nell’Ayurveda una buona salute può essere mantenuta sostenendo e rifornendo i tessuti vitali (dhatu) quando ne hanno bisogno, per mezzo di una dieta e di un regime appropriato oppure pulendo e rimuovendo ogni ostacolo per purificare il funzionamento del sistema.

La cucina Ayurveda è a base di cereali, legumi e verdure, arricchiti dall’uso delle spezie secondo la necessità di ogni tipologia di costituzione.

Gli aromi, infatti, non sono mai accostati a caso, ma secondo le loro proprietà particolari: digestive, tonificanti, disinfettanti, terapeutiche.

L'Ayurveda insegna che ogni individuo ha il potere di guarire se stesso. In questo modo offre a tutti la possibilità di recuperare la salute attraverso la comprensione del proprio corpo e delle sue esigenze.

L’Ayurveda insegna che il cibo, una volta assimilato, viene trasformato durante il processo metabolico in sette fasi successive, diventando nell’ordine: Rasa (linfa), Rakta (sangue), Mamsa (carne), Meda (grasso), Asthi (ossa), Majja (midollo osseo), shukra ( cellule riproduttive).

La linfa è il nutrimento delle ghiandole che compongono il nostro sistema endocrino, quindi a seconda della qualità del cibo che introdurremo le nostre ghiandole riceveranno un nutrimento più o meno adeguato.
Come sappiamo le secrezioni delle nostre ghiandole determinano le nostre emozioni e a lungo termine la nostra personalità, quindi se le nostre ghiandole riceveranno il giusto nutrimento, secerneranno degli ormoni positivi che metteranno la nostra mente in uno stato di serenità e pace. Inoltre il nostro corpo fisico è mantenuto e rigenerato continuamente dal cibo, quindi anche la nostra salute fisica è determinata dalla dieta che conduciamo.

Il cibo può essere diviso in tre categorie:

Cibo sattvico (senziente) che fa bene sia alla mente che al corpo.

Cibo rajasico (mutativo o attivo) che può essere benefico per il corpo ma non per la mente.

Cibo tamasico (statico inerte) che è nocivo sia al corpo che alla mente.

Cibo sattvico: Frutta, frutta secca Verdure, alghe Legumi e cereali Riso, pasta pane Latte e latticini Le spezie leggere Semi, il sale Lo zucchero, il miele The di erbe, tisane Rimedi omeopatici e prodotti naturali. 


Cibo rajasico: Spezie forti Caffè e the neri Bevande gassate Cioccolato Medicine allopatiche

Cibo tamasico: Carne, pesce e derivati di questi ultimi Uova, aglio, cipolle Funghi Alcool, tabacco, droghe Formaggi piccanti Cibi non freschi o in decomposizione

Il cibo rajasico può diventare sattvico in quei luoghi dove la temperatura scende sotto zero, mentre il cibo sattvico diventa tamasico se ingerito in modo sbagliato o in eccessivo quantità.

Una determinata dieta o un farmaco specifico non saranno efficaci se vengono assunti di malavoglia dall’individuo…Saranno efficaci solo quando la persona avrà la sensazione che prendendoli sarà in grado di mantenere la propria salute abituale o di liberarsi dalla malattia di cui soffre. (Susruta-Charaka)

Alcuni consigli per mangiare e vivere sani:

Il cibo dovrebbe essere sempre fresco e della migliore qualità possibile, gustoso e piacevole alla vista. Il cibo preparato da un cuoco tranquillo e sereno, in un ambiente piacevole avrà la migliore influenza Mangiare in uno stato d’animo sereno e gioioso stando sempre comodamente seduti.

Durante i pasti non lavorare, leggere o guardare la televisione ed evitare di mangiare se si è agitati. Evitare di parlare mentre si sta masticando e cercare di essere regolari anche negli orari dei pasti. Evitare di mangiare tra i pasti, finché il pasto precedente non è stato digerito.

Evitare di bere durante i pasti perché le bevande liquide diluiscono i succhi gastrici rendendo la digestione più faticosa. Non mangiare tipi troppi diversi di cibo nello stesso pasto per non affaticare la digestione. Per una dieta equilibrata includere nel pasto tutti i sei sapori (dolce, salato, amaro, acido, astringente, pungente) mediante l’uso di spezie.

In accordo con la costituzione individuale o alla stagione dell'anno possono essere considerate raccomandazioni specifiche dei medici ayurvedici. Controllare che la narice destra sia aperta durante e dopo il pasto poiché essa è collegata all’attività fisica e al metabolismo.

Dopo il pranzo rimanere seduti tranquillamente oppure sdraiati sul fianco sinistro per alcuni minuti per mantenere la narice destra aperta. Dopo cena è preferibile invece una breve passeggiata al aperto. I cibi e bevande ghiacciate vanno evitati perché la digestione è un’azione calda. Introducendo cibi freddi si inibisce la fase di digestione.

Limitare al minimo gli alimenti crudi, il cibo cotto (preferibilmente ben cotto) è molto più facile da digerire. L’alimentazione dovrebbe essere impostata da un esperto di Medicina Ayurvedica (vaidya) secondo la costituzione individuale ed il periodo dell’anno.


venerdì 8 febbraio 2013

I SAPORI DELLA VITA




L'Ayurveda considera sei sapori: dolce, acido, salato, piccante, amaro e astringente e ognuno deriva da due dei cinque elementi. 
I sapori sono importanti per capire in che modo “noi siamo quel che mangiamo”. 
Il corpo viene informato dagli elementi naturali contenuti nel cibo i quali aumentano o diminuiscono l’equilibrio dei dosha (VPK). L'uso prevalente di uno o più sapori può aiutarci a riequilibrare o squilibrare in nostri Dosha.



Il sapore DOLCE
 è composto dagli elementi terra e acqua, aumenta kapha (anch’esso fatto di terra e acqua e diminuisce Pitta e Vata. Il dolce si trova in zuccheri, carboidrati, grassi, oli e amminoacidi. Le sue caratteristiche sono: pesante, freddo e untuoso. Forma i tessuti ma può anche bloccare i condotti e i canali e la sua natura fredda smorza il fuoco gastrico. La troppa indulgenza alle “dolcezze della vita” produce malattie di kapha come obesità, diabete, blocchi nella circolazione, indigestione e congestione respiratoria. A livello emotivo il dolce da soddisfazione fino a che non se ne consuma troppo, nel qual caso causa compiacenza e pigrizia e alimenta la ghiottoneria e l’insoddisfazione (quando il dolce fermenta diventa acido).


Il sapore ACIDO 
viene creato dagli elementi terra e fuoco. Aumenta Pitta e Kapha ma diminuisce Vata.  L’acido si trova nella frutta acida (acido), nei vegetali acidi (acido ascorbico), nell’alcool (acido ossalico), nei prodotti fermentati, nei prodotti caseari (acido lattico) e in misura minore nelle proteine (amminoacidi) e negli oli (acidi grassi). Rafforza il fuoco gastrico ed è controindicato per gastriti, ulcere, infiammazioni, deperimento e altri disturbi di Pitta. Stimola l’appetito e la digestione, aumenta l’eliminazione delle sostanze di rifiuto e riduce gli spasmi. L’acido viene associato con invidia, gelosia e insoddisfazione, è opposto del dolce. “L’uva acerba” si riferisce metaforicamente a un desiderio che si trasforma in avversione.

Il sapore SALATO
 
è composto dagli elementi acqua e fuoco. Aumenta Pitta e kapha e diminuisce Vata. Si trova in forma concentrata in nella salgemma, nel sale marino e in forma diluita nei cibi provenienti dal mare e nei sali minerali contenuti nelle verdure e nella frutta. L’uso eccessivo causa infiammazioni, gonfiori, ritenzione di fluidi, rughe e invecchiamento precoce. In giusta quantità è importante per favorire la digestione, l’appetito, l’equilibrio elettrolitico e l’eliminazione. Il sale aumenta il gusto e la gioia di vivere e riduce paura e ansia, ma il troppo uso ha un effetto mentale ed emotivo che porta a edonismo, desideri insaziabili, rabbia per l’impossibilità di continuare a godere del piacere fisico.



Il sapore PICCANTE
è formato dagli elementi fuoco e aria, aumenta Pitta e Vata mentre riduce Kapha. Il piccante si trova nelle spezie, aglio e cipolla. Il piccante ha la funzione di stimolare le secrezioni e gli enzimi digestivi, aumentare l’appetito e il metabolismo. Fa parte dei trattamenti per i disturbi di kapha (obesità, circolazione stagnante, diabete, tosse, congestione delle vie respiratorie) aiuta l’eliminazione attraverso la pelle. Usato in eccesso causa o aumenta dolori, sete, bruciore, impotenza, svenimenti e delimitazione. Mentalmente ed emotivamente crea estroversione e bisogno di stimoli, aumenta l’irritabilità e la rabbia.


Il sapore AMARO 
è creato dagli elementi aria e etere. Aumenta Vata e diminuisce Pitta e kapha. Si trova nelle verdure, erbe e radici amare. Consumato normalmente purifica e asciuga le secrezioni. E’ utile in caso di diminuzione dell’appetito, problemi di digestione, febbre irritazione del fegato e della pelle. L’uso eccessivo può causare ogni tipo di disturbi di Vata. Emotivamente produce insoddisfazione e consapevolezza del bisogno di cambiare (“rendersi conto dell’amara verità”). Riduce la rabbia e la compiacenza, ma in eccesso può produrre amara ostinazione, frustrazione, afflizione e insicurezza.



Il sapore ASTRINGENTE 
è composto dagli elementi aria e etere. Aumenta Vata e diminuisce Pitta e Kapha (la componente aria prevale rispetto l’influenza della terra). L’astringente si trova nelle erbe e verdure astringenti (legumi, patate, erba medica) e nel miele grezzo. In piccole quantità riduce le secrezioni. In eccesso asciuga le secrezioni e i tessuti causando costipazione, sete e formicolii. Emotivamente, se usato in eccesso, causa introversione, senso di separazione, paura e ansia.